Qui troverete tutto quello che non è convenzionale! Fuori della matrix catodica che blocca l'anima! Solo cose del sotto bosco del sottobosco, crude e vere! Guardate meglio!
mercoledì 21 giugno 2023
Review: Trip To Japan By WEEDIAN [POETRY ESSAY]
domenica 18 giugno 2023
Living On The Road: Birthday, Work And Fun (Cortina&Misurina&Comelico May 17|18|19 & HC Venice Live May 20|21) [LIVING STORYTELLING]
- In primis perchè era da molto tempo che non mangiavo in quel di Sappada
Infatti, questi scarponcini son fatti del 70% di plastica e gomma, mentre il restante 30% nella parte superiore, in pelle, perciò il rivenditore m'aveva consigliato di metterci in anticipo del grasso, che però non avevo! E come fare allora?
Che bello veder questa famiglia così unita, lui che sforna pizze come fosse una gallina in covata costante, sua moglie, splendente come il sole all'alba e sua figlia (con stupore di noi) che faceva la cameriera, simpaticissima!...che belli, mi mancavano e mi mancava anche di non essermi mai mangiato una pizza con l'impasto al carbone vegetale!
Il posto è molto rustico e accogliente, strano, anche nella composizione della sala, anzi in verità ce ne sarebbero due di sale, la seconda, un pò più oscura però, all'interno dello stabile, sotto la strada praticamente!
Dato che ci son passato in queste schiavitù al capitale ed il Mondo va avanti comunque e non "indietro" (i nostalgici hahaha), è per questo che faccio tutto questo (e scusate il gioco di parole)!
L'abbracciai, ma nel mentre lo feci ci presentammo...lei mi disse che si chiamava Titti...(nel mentre me lo disse mi vennero in mente dei ricordi d'adolescente, perciò di 30 anni o poco meno, dove l'Antonella era famosa nell'andar in giro con delle tipe sue amiche, per puro divertimento sfrenato, di cui mi rimase in presso questo nome...ma io non gli dissi niente e ci salutammo come dei monaci giapponesi)...poi salutai il suo compagno e gli ringraziai ancora un'altra volta!
In pratica, il malinteso venne skippato subito con la semplice disdetta della prima notte!
Mi fermai a parlar con loro e ad una certa, uno di loro, mi pare il guidatore e possessore della macchina di lato a loro/noi, mi disse che aveva dei bicchieri per travasare il tutto...e WOW!!!
Un'altro regalo (mi capitano anche quando non faccio gli anni, quando appena esco dal territorio casalingo)!
Cose che se non le vedi e te le raccontano, manco ci credi!
Al prossimo anno fioi!
domenica 4 giugno 2023
Giornata bella, bellissima, calda...ma piovosa...e poi l'incoscenza, come test d'umanità e d'umiltà...
Scritto dell'8 Settembre 2022
Era un giorno di sole e caldo quel del 6 di Settembre 2022.
Eravamo d'accordo d'andar a mangiar fuori qualcosetta...io mio padre e il Jako.
Andammo in quel della Val Visdende, direzione da "Plenta"...la polenta...hahahaha!
Giunti sul posto ci accomodammo all'interno e con disinvoltura trovammo subito con chi far due ciance...era una squadra della forestale, una delle migliori...
Passò una decina di minuti e poi ci accomodammo all'esterno, data la giornata stupenda che avevamo da vivere, dove per primo il panorama, ch'era ancor più estasiante...un mega "WOW" prima del danno!!!
Mangiammo delle cose supende: io presi degli gnocchi ripieni di formaggio fatti con le ortiche, mio padre e Jako presero li gnocchi col ragù e per secondo, mi pigliai un bel piattone di funghi gialletti/chiodini con polenta e mi seguì a ruota anche il Jako, salvo che in aggiunta si prese a parte, dei crauti super cremosi con pancetta, mentre mio padre si prese delle scaloppine con funghi misti...quasi come i miei, salvo che ceran più chiodini che gialletti, a differenza dei miei...!?
Il dessert che presi era il classico tiramisù, ma fatto a mano...direttamente dalla titolare "Paola"...
A dirla tutta, era tutto fatto a mano dalla casa con prodotti del posto!
Mio padre non potè prendere niente, mentre il Jako si prese una torta fatta in casa con frutti di bosco e pastafrolla.
Pagammo e poi salutammo tutti, ancor prima una marea di persone/lavoratori che passarono di lì, si fermarono a salutare, inclusa la squadra delle forestali, "Ivano" e i "Doriguzzi" legno.
Proseguimmo verso la chiesa della "Madonna della Neve" inseguendo "Pra Dla Fratta" per poi girarci e ritornare indietro verso la "Mana", ma non prima di girare verso sinistra, ovvero verso malga "Dignas" e le strade verso il confine con l'Austria...fin a giunger ad un punto dove non si doveva andar più in là, per motivi di divieto di transito e pure del perchè era martedì, si, infatti un cartello diceva proprio che la malga "Londo" era chiusa e che non apriva fin all'indomani.
Ci fermammo solo a ber un pò d'acqua a "Cima Canale" e poi tornammo in valle.
Arrivati a casa mio padre decise di non venir con noi.
Allora ci preparammo (soprattutto io, dato che dovevo andar per i boschi a trovar funghi) e partimmo in direzione "Costa"!
Arrivati lì feci un giro di poco meno d'un ora raccogliendo quasi esclusivamente finferli, pochi gialletti, ma non trovando nessun porcino (di finferli avrei trovato circa 450 g)....
Poi sostammo per un attimo vicino a dove avemmo parcheggiato prima, era un rudere rimodellato e risistemato, ma comunque un pò abbandonato.
Partimmo di nuovo per tornare un pò più in basso verso la Cappella ai "Caduti di Cimavallona", ma non prima di far una supervisione verso "Giò Stortu"...
Passati il guado a piedi, continuammo per dieci minuti o poco più, ma trovando solamente 7 gialletti di numero e basta...tornammo indietro alla macchina e poi da quì in poi, diciamo che le righe non basteranno, dato che io e il Jako insieme, siam sia unificatori e panificatori d'intenti, ma sia anche casinisti (soprattutto io in certi casi, ma che in questo dato fui meno casinista di lui)...infatti non procedemmo verso la chiesetta per poi girar verso "Pian Dla Mola" e conseguentemente verso la "Malga Silvella"......
Nulla di questo fu portato a termine perchè girammo verso una via alta, che in realtà porterebbe a "Malga Melin" per una via in mezzo al bosco impervia, di cui avevo solo sentito parlare dai fungaioli, boscaioli e soprattutto cacciatori (da piccolo ci andavo, ma non ricordavo nulla, dato che eran passati trent'anni ed era sempre buio quando andavamo su).
La strada era asfaltata per tutta la percorrenza sotto il "Frera", un grande monte che fa da confine con la "Val Visdende", a forma di piramide frastagliata, proprio come il duomo di Milano!
Non sò quanti chilometri fossero stati, pressapoco credo sui 5 o 6, forse anche 10, ma fatto stà che lungo questa strada, che era come un'autostrada a 1600 metri di quota sul livello del mare, immersa nel bosco e nei canaloni di ghiaia, ci trovammo a percorrere una salita medio forte, con ai bordi della strada stessa, una modesta quantità di ghiaia e sassi, ovviamente per le piogge che cerano state qualche giorno prima, ma continuammo imperterriti, senza porci dei freni o dei limiti, continuando sulla strada, salimmo più in sù.
Dopo che avemmo passato una grande fila di tralicci dell'elettricità (quelli che portano alla valle dei "Caduti di Cima Vallona", verso l'Austria) ci fermammo un attimo.
Quì inizia la coglionaggine mia e la voglia d'arrivare a "Mlin" da questa parte (non ero mai giunto fin a quel punto, le uniche due volte che son andato lì erano state fatte con mio padre una decina d'anni prima e ci fummo fermati a metà della cintura del monte, sempre per cercare funghi e soprattutto chiodini).
Preciso che il Jako avava una Polo W di circa 1000 di cilindrata (una cittadina), seppur andasse bene, non era portata a far delle strade di montagna troppo complicate ed estreme, e poi anche perchè era a gas metano e solo per il 10% era a benzina...perciò, motivo in più del non riuscir a portarsi in certi posti angusti e con pendenze superiori al 20% di dislivello stradale, ovviamente sterrato o bagnato!
Infatti, nel frattempo che fummo sulla strada sterrata, incominciò a gocciolare, e vedendo la "Spina" e tutta la valle fin al "Quaternà", al "Cavallino" e malghe annesse, dall'altra parte della valle, ebbi la sensazione che non si limitassero a due gocce, ma a qualcosa di più, forse anche ad un temporale...?
La voglia d'avventura m'ha portato a commetter un errore, ma non per me, per lo stesso Jako!
Erano le 17:20 circa, eravamo consapevoli dei rischi che si potevano correre, ma sfidammo la pendenza...
Prima di proseguire comunque facemmo due curve a gomito a piedi e decidemmo che poteva starci andar fin là, infatti poi, il Jako da solo, andò verso al macchina, lasciata appena sopra, a circa 200 metri di strada da dove ero io e proseguì in discesa, tranquilla, non dicendomi niente.
Ci bevemmo un pò d'acqua, dato che cera una fontana di legno e facemmo un giro intorno ad una piccola baita (preciso che in quel posto, chiamato "Pra Marin", ci sono una marea di piccole baite o casette...un qualcosa di gnomico e bellissimo, che continua fin sotto alla strada principale che va alle malghe scritte pocanzi).
Volemmo continuare, ma prima volevamo esser certi che continuasse la strada.
Partimmo in modalità veloce a piedi e giungemmo in fondo, a circa un chilometro in mezzo nel bosco e scoprimmo che la strada (che era fottutamente fangosa) finì, ma che però continuava con un piccolo sentiero verso il bosco, una sorta di sentiero per camosci o robe del genere (infatti sulla mappa risultano dei passaggi simili a quelli dei daini o animali simili da pascolo, ma lo scoprì dopo).
Tornando indietro iniziò a piovere più consistentemente, dove trovai pure il tempo per scorrazzare per il bosco a raccogliere qualche gialletto, mentre il Jako raggiungeva l'auto.
Arrivai nel mentre stava girando la macchina...pioveva leggermente...ma niente di che...poi smise.
Decidemmo di ritornare indietro, ma in quel di procedere sulla salita, le ruote non avendo un grip sufficente, s'infossarono nello sterrato (andando sotto anche di 10 cm)...provò ancora ed ancora...avendo sempre lo stesso risultato!
Dopo nemmeno 5 minuti s'arrese, dato che si sentiva puzza di plastica e gomma uscire da sotto il motore...non vi dico il fumo che ne scaturì!
In paranoia il Jako iniziò a rovistare in ogni orifizio che avesse la macchina, cercando dei bigliettini...si...dato che avendo solo un cellulare di matrice antica, con la rubrica praticamente inesistente, salvo 3 numeri in croce, tutti che non centravano un cazzo in quel momento, le chiamate e i messaggi eliminati da me la sera prima, si poteva dir che eravamo alla frutta.
In effetti poi, trovammo il biglietto da visita del rifugio "Da Doo", situato sotto monte "Zovo", che poi chiamò dicendo la situa in cui stava cullato e dolcemente, cercando un risultato di salvataggio, che arrivo pure stentato da parte del titolare "Manolo", dove sulla richiesta chiedeva di mettersi in contatto con Giovanni o Pietro del "Botton d'Oro", situato a Costa, poco sotto il medesimo rifugio (io non parlai con lui, ma il Jako disse il mio nome e ad una certa, da li in poi, lui "Manolo" si bloccò di brutto...e io mi dissi; ma minchia t'ho fatto bro...???)...aspettammo una decina di minuti e verso le 18:00 o poco prima vedemmo che la batteria del cell stava scarica, così accendemmo la macchina e ci riparammo dalla pioggia che in quei minuti aumentava a dismisura...faceva pure freddo...caricando così il cell...
Richiamammo Manolo e ci disse che aveva chiamato Giovanni, ma noi d'altro canto, non credemmo a nulla di tutto ciò e dopo un paio di minuti d'attesa in linea, sotto richiesta mia a detta del Jako al microfono del cell, ci dò il suo numero...
Mi domando sempre del perchè certe persone credano sia una minchiata, loro stessi dicendosi (saran cazzi loro), seppur consapevolizzandosi, se riferiti a chi anni prima, non sapeva a cosa volesse dire portar un'incoscienza fatta a misura sportiva o ambientale, che poi nel più dei casi, vien ponderata dal media di turno, dicendo che era una grande impresa (hahahaha...che ridicoli e poi lo sarei io il ridicolo hahaha), coronando lo sforzo inconsapevole del vivente...in fondo siamo tutti su stò suolo o piano e perciò mi fà strano che i rancori o le ripicche non esistano quando qualcuno sia in panne...magari rischiando la vita (non era questo il caso, però è da questi atti che si vede l'individuo di che pasta è fatto, capendo e contestualizzando una cosa già metabolizzata anni prima...invece no!)...insomma, quanta ipocrisia quando per esempio gli si danno dei soldi per la loro attività/lavoro e poi il volta faccia quando ci si capita in situazioni simili...comunque sia...mandai a fanculo tutto questo esposto e procedetti sul tracciato...chiamammo Giovanni e lui ci disse che non poteva perchè doveva lavorare, uguale, poco dopo, suo fratello...
Questo fà vedere di come vivono le persone (le finzioni giuridiche) e a cosa danno più importanza, insomma, meglio il lavoro e l'esser un qualcuno su sto suolo, invece di guardarsi intorno, meglio far fatturato che aiutar chi ha veramente bisogno (preciso che per me era un test e il Jako non lo sapeva, e forse era giusto tutto quello che stava succedendo, ma comunque non nego il gesto/risultato di questo test), magari tralasciando un aiuto vero, al di fuori di tutta questa finzione ipocrita chiamata società civilizzata...se fosse civile ci sarebbe una risposta sincera e non titubante, magari preferendo il lavoro schiavista a costi esorbitanti e che procede agonizzante, piuttosto che aiutar un proprio simile, vicino...seppur lontano anni luce dal suo vivere...io lo farei anche senza richiesta...ecco la differenza!
Giovanni, ci diede sotto richiesta, il numero di mio padre, lo chiamammo e gli spiegammo la situa, che però pure a lui non piacque e non sentendo spiegazioni s'allarmò portandogli la pressione alle stelle, andando lui stesso in paranoia pensando al peggio...insomma la disperazione prendeva forma...
<Sicuramente in me cera qualcosa che sussurrava e mi diceva che tutto si sarebbe risolto...in fondo non mi affido a nulla di ciò che sia vivo o mi schivi lungo la strada della conoscenza, perciò da solo, nel buio che stava avanzando e con un amico che stava perdendo la calma del tutto, continuai a far foto e a riprendere dei momenti...proprio come ora gli stò scrivendo su d'una tastiera d'un computer, al buio della mia stanza, dopo 2 giorni giusti giusti da questi fatti, questa bambinata, come direbbero chi lavora da schiavo inconsapevole, dicendo pure che se avessi un lavoro non sarei mai andato lì...hahaha...mi sà che mi sarei spinto ancor più oltre e che avrei fatto di peggio sicuramente...!>
<Il mio lavoro lo avevo fatto, dato che il giorno dopo vendetti i funghi e presi un soldino!
Chi è che non lavora, chi è chi non rischia ora!?
Hahahahaha...in fondo mi son fatto un giro, un tour in un luogo nascosto che ancora non conoscevo e ho portato un'altro essere a conoscer tutto questo.>
Continuando a parlare in un secondo momento con Giovanni, lui ci diede un consiglio, quello di chiamare il 115, ovvero i vigili del fuoco!
Cosa che a noi non piacque, dato che eravamo su d'una strada a divieto, il Jako era Veneziano e perciò perseguibile di multa!
Nonostante questo chiamammo la sede di Belluno (eran circa le 18 e 30) e dopo che il Jako disse la situazione, passò a me il compito di precisare il luogo, per poi comunicarlo a quelli di Santo Stefano, per venirci a prelevare con la cammionetta!
Dovetti ripetere tre volte le stesse cose: "Son sopra Pra Marin verso Melin, ma con la differenza che mi trovo sopra la strada principale in mezzo al bosco lungo la cintura del Frera, anzi alla fine, vicino ai tralicci dell'elettricità, su una strada sterrata a 1680 metri circa d'altitudine" precisando "Non siamo sulla strada principale, ma quella che parte dal bivio di Costa per Giò Stortu"...!
Passarono qualche istanti, credo una decina di minuti e ricevemmo una chiamata da mio padre che sbroccato ci diceva insolenze facendoci perdere la chiamata dai vigili del fuoco.
Infatti il Jako gli disse che dovevamo aspettare la chiamata da loro e mio padre ancora urlava e imprecava, bestemmiando ripetutamente e lamentandosi per niente!
Il Jako gli chiuse il cell in faccia e fece bene!
Dopo qualche minuto chiamarono i vigili e parlai solamente io, spiegando il punto esatto...intanto il buio aumentava seppur non piovesse più!
Dopo 4 volte a ripetere: "Siamo al bivio dopo la chiesetta, procedendo verso il bivio per Costa, ma invece di prender per Costa, indi non girando a destra, ma girando a sinistra, procedendo verso Giò Sturtu continuando fin ad un'altro bivio che porta verso Mlin, sotto il Frera, girando sempre a sinistra, asfaltato e messo bene"....ed ancora..."Siamo dopo i tralicci della luce, zona sterrata, verso il basso...circa 200 metri"...!
Incominciò di nuovo a piovere e nel mentre tornammo in dietro per esser più visibili nel mentre arrivassero, parlammo tranquillamente del dopo di questo...ma con una peculiare forma d'inserto allegorico...la coglionata (sbaglio), che comunque avevo fatto io medesimo!
Mi presi tutta la responsabilità del futuro e presi in mano la macchina per fotografare e riprendere dei momenti in questo avvento!
Aspettammo qualche minuto ancora, nel mentre mi dicevo che dovevano esser già quà, e poi, quando sentii il rumore del mezzo ebbi un sobbalzo emotivo!
Quando s'affacciarono agli specchietti conobbi immediatamente Morris, un mio coscritto che non vedevo da tanto tempo, e lui con fare meravigliato disse: "Ma es tu Ivan!?!?"
Con fare ironico dissi di si e subito dopo procedemmo sul da farsi...il Jako era nervoso e pensava al peggio...questo non so se sia dato dall'età e perciò dall'impotenza fisica ed energetica dell'essere umano, ma comprendevo che se continuava così poteva sbroccare di brutto...ma Morris ogni tanto gli disse; "Non si preoccupi e stia calmo, così fà peggio!"
Lui capiva e stava zitto, per fortuna...nel mentre io riprendevo e davo una mano a Morris per mettere l'imbrago, i ganci, la scodella per le gomme, i grilli per chiudere il tutto...e poi ancora a ripetizione con il verricello, per parecchie volte...(4 se non erro!?)!
La procedura di salvataggio si concluse dopo circa un'oretta e mezza, sotto una pioggia battente e non con pochi problemi di battuta...direi, una cosa veramente assurda ed unica!
Inizialmente il mezzo Iveco, un 4x4 di metà anni '80 con due ridotte, posteriore e anteriore, verricello anteriore, compressore, luci e tutta una valanga di corde gialle, bussolotti, grilli d'allaccio, ecc tirò per una decina di metri la macchina con una fascia attaccata al gancio anteriore della Polo, precisamente sulla destra...la stessa macchina quando s'accendeva, con la prima marcia attaccata, accelerando, si spegneva subito dopo...come se si rifiutasse di cooperare...perciò questo causava degli strattoni forti, sforzando anche la resistenza dello stesso gancio (W le merdo-macchine insomma)!
Arrivati alla prima curva, che stava contornata da alberi belli grossi (per fortuna), dove all'interno ce n'erano 2 (sulla sinistra), mentre all'esterno, sulla destra ce ne stavano 7/8, relativamente vicini e pure medio grossi anche loro, mentre sul lato destro estremo cera uno strapiombo di almeno 200 metri...insomma, non c'era da scherzare!
Nel procedere sempre con lo stesso metodo, il Jako non ebbe la prontezza di girare le gomme verso lo strapiombo e s'incaglio sull'interno sinistro, sotto un mega albero con radici in bella vista...mentre lo stesso Iveco era in difficoltà, slittando pure lui...andando sotto sforzo...insomma, i primi problemi si stavano vedendo!
<Si parlò ancora come fare, nel mentre stavo riprendendo, tutto quanto sotto la pioggia!>
L'Iveco andò fin alla seconda curva sopra e si girò, allungando il verricello anteriore, che io meticolosamente e lentamente portai fin al gancio della macchina, che stava sempre una decina di metri sotto...mentre Morris per la prima volta, legava la corda gialla sul primo albero (in realtà ne abbiamo usati 3), io l'aiutavo a inserire il grillo nella fenditoia, lui lo chiudeva e poi si procedeva col tiraggio...(lo abbiamo fatto per 4 volte)...
In questo primo passaggio il verricello tirava, ma essendo troppo alto l'attacco all'albero tirava su di brutto la macchina...infatti quando Morris sostituì il Jako alla guida per tutta l'operazione, vedevo l'impennarsi del davanti e non di pochi centimetri...forse si è arrivati anche ad una ventina!?
<Comunque sia restavo a distanza di sicurezza per via se si fosse spaccato qualcosa con relaiva frustata...insomma, cose che ti tranciano o squartano se ti prendono!>
Dato che la macchina era troppo attaccata all'interno della curva a gomito, con conseguente strisciatura della carrozzeria e insabbiamento ulteriore della parte sinistra, si decise di far andar indietro per ben due step la macchina e poi legarla al verricello in due punti differenti, più bassi, ma più pericolosi, per quanto riguardasse il gancio stesso della macchina (infatti, nel secondo passaggio la macchina era perpendicolare a circa 100° dall'Iveco, che stava sopra...tantè che in quel momento, mentre riprendevo dal bosco sotto la pioggia battente, pregavo in aramaico pur che non si rompesse il gancio...sapendo che comunque ce ne era un'altro dietro, sempre sul lato destro...il brutto era quello che se si spaccava il gancio, la macchina potesse finire nella scarpata, con il soccorritore!).
Il buio era arrivato da un pò e continuava a piovere ancora più forte con lampi in lontananza, ma pochi tuoni!
All'ultimo passaggio, con relativi agganci e blocchi del mezzo, ormai la macchina aveva quasi superato quella fottuta curva assurda ed infernale e piano piano il tugurio sembrava esser superato ulteriormente!
Eravamo al 60% del procedimento.
A questo punto non si vedeva nulla perciò si optò per accendere i fari posteriori con il generatore...fatto ciò l'Iveco fece marcia indietro fin alla curva sopra e si girò ulteriormente, portando il gancio del traino posteriore sul gancio della macchina, come all'inizio...
Dopo il traino lungo la curva soprastante smisi di riprendere per motivi di pioggia (veramente pioveva a dirotto), ma diciamo che non la si sentiva poi più di tanto, anche perchè non era ancora tutto risolto perciò non si dava tanto peso alla pioggia (seppur sia stato peggio nel contesto, dato che diventa più difficile lavorare in queste condizioni, direi molto umide e bagnate, vicino ai cavi dell'alta tensione con fulmini ecc...)!
Arrivati alla seconda curva, proprio in quel momento che l'Iveco stava procedendo verso il piano, ho sentito dentro di me che era al 90% terminata questa storia e che sicuramente, più tardi, ci si faceva una bona birrozza!
Erano circa le 20:40 quando fummo quasi salvi!
Fin all'ultimo tratto ci han trainati, dato che il terreno era si sempre più pianeggiante, ma al contempo era molto bagnato e dato che eravamo ancora esposti sulla scarpata non era il caso di mollar tutto.
Girammo i mezzi ulteriormente e procedemmo al ritorno.
Si decise che dato che il Jako era un pò scosso e bagnato, Morris avrebbe guidato la Polo ed io fossi andato come conducente con Stefano Bistecca fin a valle...a "Sega Digon!"
In realtà su quella strada asfaltata abbiamo notato 4 punti dove cede la strada stessa ed abbiamo anche parlato di certe situazioni assurde che possono capitare in montagna e del mezzo l'"Iveco", in primis!
Giunti al bar "Cavallino" per prendere i dati del mezzo e procede il dovuto...un paio di caffè per loro e per noi due un paio de birre...come dicevo sopra, birrozza Pedavena da mezzo!!!
Della multa non s'è nemmeno sfiorato il pensiero e credo che nemmeno abbiano emesso l'articolo sulla gazzetta...forse solo negli archivi, ma non pubblica!
Anzi, ci siamo scambiati i numeri per magari trovarsi in futuro, magari facendoci una scampagnata in quel di Venice!
Ho una decina di foto e una ventina di video...tutto questo materiale in futuro lo pubblicherò con questo scritto annesso, credo ne farò un bell'articolo, ma non prendendo in causa la denuncia verso persone (finzioni giuridiche) che non meritano da me nessun valore, sia emotivo che basico razionale...figuriamoci la pubblicità...insomma, tante buone cose!